La Nostra guerra by Enrico Brizzi

La Nostra guerra by Enrico Brizzi

autore:Enrico Brizzi [Brizzi, Enrico]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: 437
editore: emmebooks
pubblicato: 2017-07-28T16:00:00+00:00


Il 9 aprile uno stormo di Grifoni sorvolò l’Appennino ed eluse clamorosamente la nostra aviazione da caccia sino ai cieli fatali di Roma: mentre le batterie contraeree della Capitale sparavano tutte insieme, i velivoli nemici riuscirono a sganciare novecento tonnellate di bombe fra Isola Farnese, la Storta e via Trionfale.

Qualcuno ci lesse un avvertimento di Hitler al Vaticano, ma alla maggior parte della popolazione capitolina non interessava conoscere i retroscena: il disastro era sotto gli occhi di tutti, e se qualcuno insinuava fra le rovine ancora fumanti che la colpa era del Duce, o del re, i più scrollavano la testa e li maledicevano entrambi.

Il colonnello Oreste Mario, che aveva dimestichezza con i bruschi cambiamenti d’umore delle folle, ascoltò ogni cosa passeggiando per il quartiere coventrizzato, e il pomeriggio stesso consigliò al Duce di tenere a bada il fronte interno con qualche buona notizia.

L’indomani, al Palazzo della Stampa, Mussolini illustrò ufficialmente il progetto di cui tutti parlavano: «Vi prometto sul mio onore che la linea Scipio, ennesimo prodigio del genio italico, arresterà l’avanzata dei barbari», spiegò sfidando il quieto scetticismo che avvolgeva la platea. «Trecentocinquanta chilometri di fortificazioni sorgeranno abbarbicate all’Appennino, tra Vittoria Apuana e il promontorio di Gabicce, a sigillare ermeticamente ogni via d’accesso all’Italia centrale».

Ringraziò brevemente i progettisti, le maestranze e gli industriali che avevano messo a disposizione l’immenso parco–macchine, poi passò a enumerare bunker, postazioni d’artiglieria, batterie antiaeree ed estensione dei fossati anticarro destinati a intrappolare i panzer.

«Camerati, non un passo indietro!» proclamò infine con uno dei suoi caratteristici scatti. «Ascoltatemi! Lontano non è il giorno in cui le terre evacuate torneranno in nostro saldo possesso, per muover di lì verso nuove mete!»

Appena conclusa la conferenza–stampa, partì per il Passo della Futa, nel tratto più critico della erigenda linea di difesa.

Le foto che ritraevano il Duce degli italiani in canottiera, mentre lavorava di piccone insieme ai genieri, arrivarono ai quattro angoli del mondo. Divennero un’icona della lotta internazionale contro Hitler, ma non bastarono a salvare le grandi città del Nord: il 18 aprile 1943, dopo una drammatica battaglia strada per strada, i fucilieri marocchini e gli chasseurs alpins si aprirono la strada verso Torino; nelle stesse ore conobbe il suo calvario Genova, e il 22 i reparti scelti SS del generale Wolff entrarono anche a Bologna.



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